giovedì 25 novembre 2010

Università e professionisti... alcune riflessioni (parte 2)

Dopo una settimana dall'articolo di giornale che mi aveva spinto a scrivere alcune considerazioni sul rapporto fra le Università e il mondo dei professionisti mi sono imbattuto in un altro articolo, questa volta sul Resto del Carlino di Modena, che tratta le proteste contro la "riforma Gelmini" presso il cinema teatro Raffaello.
L'articolo inizia evidenziando come ci sia l'assenza di 110 mila tecnici che le imprese in Italia non trovano, fatto questo che porta ad una semplice tesi: occorre maggiore supporto alla formazione di tali tecnici, ossia maggiore supporto alle scuole e agli atenei, asilo nido dove i giovani talenti possono crescere. Tesi troppo semplice, troppo banale. Anzitutto per formare dei buoni tecnici occorrono dei buoni insegnanti, e ricadiamo nel discorso che ho già affrontato sul collegamento docenti-mondo del lavoro. Dopotutto, quanti docenti si prendono un periodo sabbatico per migliorare e aumentare le proprie competenze? Quanti docenti prendono delle certificazioni? Ora voglio stendere una tesi piu' banale ancora di quella dell'articolo che ho letto: se adesso ci si lamenta per il mancato supporto alla didattica, cosa si è fatto di significativo nella didattica fino ad ora? Ovvero, se mancano 110000 tecnici qualificati significa che le persone formate fino a ieri non sono state abbastanza formate per far fronte alle reali necessità del mondo del lavoro. Quindi non può essere la riforma tanto protestata a creare questo ammanco, semplicemente perché l'ammanco esisteva già da prima. Sicuramente un taglio netto ai supporti non può diminuire la carenza di tecnici, anzi la potrà anche aumentare, ma, continuando sulla linea della "tesi-semplice", il supporto fornito fino ad ora a cosa è servito? Evidente a poco....
E per quale motivo i tecnici non possono essere formati direttamente sul campo? Perché al taglio delle ore di laboratorio non si fa fronte con collaborazioni nel mondo professionale? Ah già, i professionisti non vogliono perché è periodo di crisi...

Ma non è che forse ci si sta lamentando troppo? Non è che in realtà quello che si vuole è un pezzo di carta firmato e timbrato che dia, a tavolino, una esperienza e delle capacità che comunque non si sarebbero acquisite nemmeno con maggior supporto? Non è che è ora di rimboccarsi le maniche e dimostrare che si è in grado di formare realmente dei tecnici, e chiedere a fatto compiuto maggiore supporto? Mi sembra si stia discutendo attorno ad un paradosso: dammi il supporto ($) e ti darò i tecnici. Prima però dimostrami che sei in grado di tirarne fuori almeno uno ben formato, e poi sarò ben lieto di darti il supporto ($) per tirarne fuori 110000.

Ma forse sono sempre io che sono troppo polemico e malizioso...
E a proposito di polemica: complimenti a tutti quegli acculturati che hanno imbrattato la città con uova. Ma forse loro fanno parte dei 110000 che non hanno avuto formazione, e con essa educazione.

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